LA STRATEGIA ENERGETICA SECONDO FIRE

807 Ultima modifica dell'autore su 29/11/2012 - 08:04

La Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia (FIRE) ha analizzato il documentodella Strategia Energetica Nazionale 2012 (SEN) pubblicato a ottobre, presentando al Ministero dello Sviluppo Economico (MSE) le sue osservazioni nel corso delle consultazioni.

La Federazione considera la SEN interessante dal punto di vista degli obiettivi e dei propositi, ma non risolutiva ed esaustiva.
Entrando nel dettaglio e soffermandosi sull’efficienza e il risparmio energetico, campo di operatività e studio della FIRE, la criticità più evidente della SEN è la sottovalutazione delle problematiche proprie dell’uso dell’energia e delle relative barriere, per quanto citate nel documento, e un divario forte fra gli obiettivi e la realtà del sistema paese.

Ecco i principali suggerimenti presentati al MSE:

  • si nota in diversi provvedimenti una suddivisione di compiti tra i vari soggetti. Questo è un elemento critico. Sul conto termico, ad esempio, si chiamano in gioco l’Autorità per l’energia elettrica e il gas (AEEG), l’ENEA e il GSE. Una tale parcellizzazione di compiti rischia di rendere poco efficiente la gestione e di produrre conflitti fra i soggetti attuatori, invece di stimolarne sinergie;
  • sui certificati bianchi, il ministero potrebbe scegliere di fissare un obiettivo cumulato sul quadriennio 2013-2016 – dai 36 ai 46 Mtep cumulati sui quattro anni –, senza chiedere il rispetto degli obiettivi anno per anno, che rimarrebbero solo indicativi. Questo garantirebbe una maggiore flessibilità ai soggetti obbligati e al mercato. Inoltre, La Federazione è preoccupa per il ritardo nella definizione degli obblighi per i certificati bianchi, obblighi peraltro difficili da determinare per le modifiche intervenute sul mercato dei TEE. Si confida che il Ministero sappia intervenire in modo adeguato per far si che il meccanismo promuova efficacemente l’efficienza energetica in particolare nell’industria e nel terziario;
  • FIRE ritiene che debba essere resa d’obbligo almeno un’ispezione durante la vita utile su progetti di rilevanti dimensioni. La soglia di 3.000 titoli/anno per una singola proposta appare ampiamente giustificata per introdurre controlli d’ufficio, in quanto corrisponde a un prelievo sulle tariffe dei consumatori di energia elettrica e gas naturale dell’ordine delle centinaia di migliaia di euro/anno per erogare l’incentivo;
  • è opportuno che vengano predisposte una o più misure economiche destinate ad attività di accompagnamento, quali attività di monitoraggio dei risparmi e degli incentivi (dunque non solo TEE), ricerche di mercato, individuazioni delle migliori tecnologie, realizzazione di un database con costi ed efficienze tipiche. In questo il conto termico segna un passo avanti.

La Federazione ha presentato osservazioni ad ampio raggio su tutto lo scenario energetico.
Un’attenzione particolare è stata rivolta ai sistemi gestione energia, che potrebbero essere promossi attraverso un premio del 5-10% in termini di certificati bianchi (o riferito ad altri incentivi) da riconoscere agli interventi effettuati nei primi tre anni seguenti all’ottenimento della certificazione, nonché attraverso uno sconto in bolletta sulle tariffe di distribuzione elettrica e del gas, che potrebbe essere pari a una cifra proporzionale al costo della certificazione, nell’ordine del 20% dello stesso.

È stato analizzato anche il mercato delle ESCO ed il rapporto con le banche. Per avere un mercato di ESCO forte bisogna puntare su una capitalizzazione delle stesse, con il coinvolgimento di fondi e investitori in grado di assicurarne la crescita, come avvenuto per il fotovoltaico. Le banche, poi, rappresentano il complemento evidente dell’efficienza sul fronte economico. Se è vero, infatti, che i grandi utenti possono prediligere l’utilizzo dell’equity, nel caso delle PMI, degli enti pubblici e del residenziale la disponibilità di pacchetti finanziari dedicati diventa fondamentale per far decollare il mercato.

Il primo passo è aiutare gli istituti di credito a capire e credere nell’efficienza, e questo dovrebbe passare per azioni portate avanti dagli stakeholder (ESCO, produttori di tecnologie, etc.).
Il Legislatore centrale e regionale o locale può avere un ruolo determinante su due fronti:
• implementare fondi di garanzia e rotativi dedicati all’efficienza energetica e alle ESCO (in teoria il fondo Kyoto esiste da quattro anni, ma solo a fine 2011 sembra che diverrà realmente operativo);
• supportare le azioni informative rivolte alle banche da parte dei portatori di interesse, assicurando una cornice istituzionale con il coinvolgimento dell’ENEA o di altri soggetti e dunque velocizzando il processo.

Infine, ma non per questo meno importante, la FIRE ha messo in evidenza come sia fondamentale la formazione, la qualificazione e la certificazione di operatori e tecnici. Sarebbe utile che le attività di questa natura venissero promosse con un commitment ministeriale.

Leggi il documento integrale delle Osservazioni FIRE alla SEN

FONTE: www.energheiamagazine.eu 

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Scritto da

Antonio Corso

Supporto tecnico