La sostenibilità del mattone anche l’edilizia scopre il LCA

1214 Ultima modifica dell'autore su 03/12/2012 - 10:28

La sostenibilità del mattone
anche l’edilizia scopre il LCA

VERONICA ULIVIERI

Il 2020 si avvicina, e l’Unione Europea ha paura. Non è scontato infatti che tutti gli stati membri riusciranno a raggiungere gli obiettivi della strategia 20-20-20 fissati per la lotta ai cambiamenti climatici, in particolare quello che prevede un aumento del 20% dell’efficienza energetica degli edifici. Nell’Europa mediterranea, il tasso di ristrutturazione energetica va dallo 0,12% allo 0,26%. Ogni mille immobili, cioè, meno di tre vengono riqualificati. Numeri che sono di due o tre volte inferiori rispetto alla media di ristrutturazione energetica nei Paesi dell’Europa Nord-occidentale. E che portano con sé un impatto molto ampio, visto che nei Paesi Med ci sono più di 10 milioni di edifici e più di 30 milioni di abitazioni, in gran parte costruiti prima del 1980, dunque senza tener conto di criteri di efficienza energetica e senza usare isolanti termici. “C’è un bisogno urgente di politiche per invertire questa tendenza”, spiega l’UE. 

 

Da qui il progetto triennale  MARIE , finanziato per 6 milioni di euro attraverso il programma Med e il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale, e lanciato con il preciso obiettivo di “costruire una strategia mediterranea per l’efficienza energetica degli edifici”. I primi risultati del progetto, che coinvolge 9 Paesi e 23 partner (per l’Italia le Regioni Basilicata, Piemonte e Umbria e l’Agenzia regionale per l’energia della Liguria) sono stati presentati nella giornata di apertura di  Restructura , la fiera nazionale dell’edilizia sostenibile che si è chiusa ieri a Torino

 

MARIE, iniziato ad aprile 2011, spiega Luisa Abrigo del settore Politiche Energetiche della Regione Piemonte, “prevedeva in primo luogo di analizzare il territorio per capire quali fossero le barriere che rendevano difficili gli interventi di efficientamento, e di definire poi varie misure per superare gli ostacoli”. Che comprendono anche azioni “per migliorare la competitività delle aziende e ottenere prodotti per l’edilizia più sostenibili, usando la pubblica amministrazione come driver dell’innovazione”. Tradotto in azioni concrete, significa fare un’analisi del ciclo di vita (LCA) di cinque prodotti selezionati del settore efficienza energetica, “con lo scopo di verificare quale sia effettivamente la loro sostenibilità”, sottolinea Stefano Dotto di  Environment Park , partner scientifico della Regione per MARIE. 

 

Fresia Alluminio  è una delle aziende che ha concluso il processo di LCA. Da alcuni anni, per produrre i profilati che diventeranno poi serramenti ad alta efficienza energetica, utilizza il 40% di poliammide e il 47% di alluminio riciclati. “L’utilizzo di materiali rigenerati – continua Dotto – comporta una riduzione degli impatti ambientali di circa il 30% rispetto a un prodotto standard che ha solo il 21% di componenti recuperate. Inoltre, per produrre i profili Fresia consuma il 31,4% in meno di energia e il 33,9% in meno di acqua”. Dati che sono il risultato di un lungo lavoro di analisi: “Per ogni unità di processo abbiamo calcolato le emissioni e i consumi di risorse”, spiega Elisa Sirombo di Fresia, prima azienda italiana a certificare l’intera filiera di un serramento.  

 

Tra i prodotti sottoposti a LCA ci sono anche i fiocchi di cellulosa isolanti prodotti da  Nesocell , spin off del Politecnico di Torino. Sono ricavati dagli scarti della cellulosa in ingresso nelle cartiere, arricchiti con additivi naturali (tra cui rame e calce, disinfettanti), essiccati, macinati e imballati. “Il risultato - spiega il responsabile Ricerca e Sviluppo Andrea Cavaleri – sono fiocchi simili a quelli di cotone, che possono essere insufflati nelle intercapedini dei muri, nei tetti e nei sottotetti per aumentare l’efficienza energetica di palazzi costruiti decenni fa”. Rispetto a un isolante simile prodotto in Svizzera, spiega Dotto, quello di Nesocell “ha un impatto inferiore del 98,6% sull’assottigliamento dell’ozono, consuma il 45,4% di energia e ha il 96% in meno di tossicità”. 

 

E proprio sull’LCA, metodo che consente una valutazione oggettiva della "sostenibilità" di un prodotto - da quando esce dalla fabbrica fino al suo smaltimento -  si stanno concentrando le attenzioni di diversi operatori dell’edilizia. A partire dall’iiSSBE  (International Initiative for a Sustainable Built Environment), associazione che partecipa alla gestione del protocollo di certificazione ITACA . “Tre anni fa – spiega il presidente Andrea Moro – Itaca ha finanziato la costituzione di una banca dati con l’LCA di 150 materiali da costruzione. Partendo da questo, nel 2013 il protocollo si evolverà, passando da criteri più generali e poco oggettivi a indicazioni precise sul ciclo di vita dei prodotti”. E per garantire la correttezza di queste analisi, “con il CNR abbiamo dato vita agli Ecoprofili, che fotografano gli impatti ambientali di un’azienda o un materiale e attestano che l’LCA è stato condotto nel modo giusto”. Anche i costruttori hanno capito, insomma, che la sostenibilità è ormai un valore irrinunciabile, e a luglio 2011 hanno lanciato INNOVance . “L'iniziativa –spiega Paolo Peris, vicepresidente del collegio Costruttori edili dell’ANCE torinese – ha l’obiettivo di creare un database di prodotti con caratteristiche di sostenibilità, e un software di progettazione integrata che tenga conto delle peculiarità di questi materiali”. 

FONTE: La Stampa

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Scritto da

Antonio Corso

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